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al testo di Elena Segato
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Siamo cresciuti, plasmati figli di un mondo centrifugo. Scappati altrove, fuggiti tra nubi e sole, cielo e gabbiani, diventati adulti rimanendo forti e fragili al contempo. Siamo così, con la natura nel petto e la verità oltre l’ombra di ognuno, inafferrabile incolmabile struggentemente dolorosa. Angeli ossuti senza ali né orgoglio, diavoli campestri che ridono all’angolo dietro la tempesta. Siamo voli di rondini che durano una stagione. La giovinezza vive in un soffio, poi ognuno si ritrova a dialogare con la propria maturità. Siamo soli, e in questa solitudine c’è chi si nasconde le rughe e chi le mostra senza timore, c’è chi ha sempre coltivato l’intelletto e chi ha pensato solo alla propria immagine e ora si scopre vuoto e impaurito. Siamo umani, siamo gracili al tocco e friabili nel cervello. L’amore talvolta salva, talvolta marcisce nello stomaco, inespresso. Ognuno a modo suo avrà trascorso il suo viaggio. Ma alcuni ricorderanno con lietezza quel granello di memoria che rimane stretto in loro e ne faranno un dipinto di orchidee, altri avranno giocato di continuo ripetutamente ostentatamente beffardi e arroganti, e in vecchiaia non ricorderanno, si corroderanno tra lacrime e odio. Ringrazio un dio forse o forse solo il caso per avermi dato tra le dita un granello di sabbia, e averlo trasformato in fiore anche nel dolore. Rinasco ogni giorno e ogni giorno più luminosa tra le mie rughe levigate di vita. |
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